Carovigno
Terra di Brindisi
Carovigno
Carovigno deve il suo nome al messapico carbina, derivato a sua volta dal greco carpina che significa “ fruttifera “. Della città messapica restano tracce delle mura e della necropoli. Espugnata dai tarantini nel 473 a.C. fu rinomata dai Romani “ corvineum “, ed ai romani i carovignesi dimostrarono fedeltà quando altre città si arresero ad Annibale. Alla caduta dell’impero romano d’Occidente fu dominata dai Visigoti, Bizantini, Longobardi, Normanni, Angioini, Aragonesi, Veneziani. Divenne feudo dei principi di Taranto e di varie famiglie nobili, ultima quella dei Dentice di Frasso. Il castello fu costruito da Raimondo del Balzo Orsini su una preesistente torre di avvistamento dopo la conquista di Carovigno da parte dei Veneziani nel 1483. L’esperienza risorgimentale porta alla costituzione in città di una “ vendita “ di carbonari e una sezione della Giovine Italia.

Nel comprensorio di Carovigno, racchiude un prezioso tratto di costa incontaminato e suggestivo dove il tempo sembra essersi fermato. Il parco si estende per un tratto di costa lungo 7 KM. L’ultima costruzione realizzata dall’uomo su queste coste è la Torre di Guaceto, costruita nel 1550 dagli Aragonesi, come avamposto di avvistamento contro le invasioni dei turchi. Proprio la torre domina da un alto promontorio sospeso sul mare il resto della riserva, un territorio dalla sorprendente biodiversità: dalle terre interne degli ulivi secolari, veri e propri boschi di sculture viventi, interrotti solo da ingegnosi muretti a secco e sinuosi tratturi, alle alte dune a picco sul mare, costellate d’estate da bianchi gigli e sormontate da ginepri secolari, per scendere verso la macchia mediterranea, ricca di essenze.
Alberi secolari e rare orchidee si mescolano alle creature del mare e ai segni degli uomini che nel tempo hanno abitato Torre Guaceto e ancora oggi continuano a rifugiarvisi per ritrovare il mare e la pace con la natura.
Tratto da “ Terra di Brindisi “